Il Castello medievale si pone ad emblema del paese; costruito con scapoli di pietra grezza, calcescisti e gneiss, viene fatto risalire al secolo XI, anche se il sito
precedentemente si ritiene fosse già occupato da un oppidum romano, a sua volta succeduto ad un fortilizio pre romano. L’intera costruzione comprendeva il Castello Inferiore,
di più modeste proporzioni, del quale tuttavia non restano che alcune rovine, tra cui uno spigolo della torre quadrata e di muri perimetrali del corpo centrale, privi di merli. Rimane ancora
tutt’oggi intatta l’imponenza del Castello Superiore, costituito dalla Torre Rotonda e dal Maschio. La Torre rappresenta la parte più antica della
fortificazione ed è quella che meglio ha resistito all’usura del tempo, mentre il Maschio, che risale al 1300, consisteva in una torre quadrata di 26 metri, di cui oggi
rimangono pochi resti.
Addossati al castello si possono ancora notare i resti delle antiche Mura di Cinta che si sviluppavano per una lunghezza complessiva di 500 metri.
A valle del castello, al di fuori della cinta muraria e a ridosso del complesso parrocchiale, si erge la Domus Fortis o Casaforte che risale al XIV secolo e che è orlata di
merli ghibellini, a coda di rondine, a differenza di quelli del castello che sono guelfi, ovvero quadrati e ciò avvalora la tesi secondo la quale tre feudatari di San Giorio, ci furono quelli
fedeli al Papa e quelli fedeli all’imperatore.
Il Castello e la Casaforte costituiscono, con il Campanile Romanico dell’XI secolo, con la Cappella di San Lorenzo (detta del Conte) e con
il Monumento Nazionale di piazza Velino del secolo XIV il Pentagono monumentale di San Giorio.
La cappella di San Lorenzo, 1328, sede distaccata del Museo Diocesano di Arte Sacra di Susa, è inserita a pieno titolo dei circuiti turistici e religiosi della Valle di Susa.
Restaurata del 2000 offre ai visitatori, con i suoi affreschi ben conservati, uno spaccato di storia, arte e religiosità medievale.
Adiacente al lato sud esiste una roccia coppellata di epoca celtica di grande interesse. È aperta al pubblico con visite guidate nei pomeriggi festivi da aprile a
ottobre.
Un affresco del 400, raffigurante San Giorgio che vince il drago, arricchisce la facciata della Cappella di San Sebastiano.
La Chiesa Parrocchiale, dedicata a San Giorgio Martire ed edificata nel secolo XI e XII, poi successivamente ampliata nel 1836 e restaurata del 1983-84, conserva la
Pala d’altare, dipinta da Bartolomeo Giuliano del 1852; della Chiesa Parrocchiale si può anche ammirare la Vetrata policroma sopra
l’Orchestra, realizzata nell’anno Santo 1950 con il tema di San Giorgio che trafigge il Drago e libera la fanciulla. San Giorgio trionfante tra gli angeli è invece rappresentato dal
Morgari nell’affresco sulla volta della navata centrale della Chiesa, sempre della Chiesa Parrocchiale suggestivo è l’angolo in cui capeggia il Confessionale e
Pulpito Settecentesco.
A lato della parrocchia si può inoltre scorgere la Porta dl’Ort, risalente al XIII secolo.
Motivo di richiamo sono le numerose e caratteristiche Cappelle Montane, tra cui Sant’Anna a Città.
Ricco e variegato il patrimonio di piloni votivi, fontane e lavatoi, dislocati su tutto il territorio comunale.
Itinerari
San Giorio, con il suo centro storico, sia offre a mèta di quel turismo minore che deve essere scoperto o riscoperto.
Ma San Giorio può altresì divenire punto di partenza di itinerari escursionistici. È infatti possibile dedicarsi alla visita dell’antica architettura rurale
delle borgate alpine, oppure immettersi nel verde curato dei Castagnetti da frutto, in località note ovunque per la produzione delle pregiate Marrone come
Boarda e Finetta, oppure ancora ripercorre le vie degli scalpellini attraverso le cave, ormai in disuso di Comba Carobone e
Bellando.
Salendo in automobile sino ai 1100 m della borgata Adret all’escursionista si presentano numerose possibilità di ascesa, all’interno del Parco naturale Orsiera
Rocciavrè. Passando dai case di Passet si giunge ai 1390 m del rifugio GEAT Val Gravio; di qui si può salire all’Alpe Mustione a
quota 1670 m, passare ai 2231 m di Colle del Vento ed avventurarsi nelle salite alla Punta di Costabruna (2401 m) e al Monte Pian Real (2617
m); sempre partendo dalla rifugio GEAT e passando per Mustione si raggiunge l’Alpe del Piano delle Cavalle a 2054 m; qui si può optare per la salita alla Punta del
Villano (2643m) e alla Punta Pian Paris a 2738 m, oppure per l’ascesa ai 2735 m della Punta Malanotte sino a spingersi ai 2801 m della Punta
Cristalliera, vetta più alta sul territorio comunale.
In automobile è altresì possibile raggiungere i 1235 m di Travers a Mont e di qui a piedi si aprono nuove itinerari: passando per le case Arbrun e la borgata
Pois si può risalire la cresta di Punta Rossa a 1720 m e poi salirà ai 2074 m del Monte Cormetto: sempre da Travers a Mont in direzione
Pian Cervetto si accede al Rifugio Amprimo 1385 m e di qui al Rifugio Toesca 1710 m, continuando in direzione bergeria
Balmerotto a 2120 m si può ascendere ai 2560 m del Colle del Sabbione e poi verso est e alle già citate cime Pian Paris, Malanotte e Cristalliera: verso
ovest invece si sale ai 2341 m della Punta di Gavia e ha ai 2852 m della Punta Rocca Nera.
Sempre all’interno del parco Orsiera Rocciavrè ci si può far attrarre dal fascino delle incisioni Rupestri, risalenti alle ultime fasi dell’Età dei Metalli, 1000 a.C.: le più
famose sono le Incisioni del Gravio a 1380 m nei pressi della Rifugio Geat, ma altri incisioni (coppelle, graffiti, croci) si possono ammirare ai 600 m di
Comba Carbone, ai 1100m. dell’Adrit, ai 1280 dei Passet, ai 1300m della Combassa e ai 1312 dei Pois.